Fissato per legge l'obbligo di contribuzione per i professionisti pensionati che continuano a svolgere attività professionale, le Casse private si stanno allineando alla nuova normativa e accolgono con favore i chiarimenti dell'Inps sulle ultime problematiche emerse nell'ambito dell'operazione Poseidone-gestione separata. Di fatto, una volta sanato il passato, si spera in una progressiva diminuzione dei contenziosi sorti fra l'Inps e i professionisti. «Con il messaggio 15783 – spiega Walter Anedda, presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti – l'Inps ha finalmente chiarito che possono essere annullati, dopo le verifiche, gli accertamenti indirizzati a professionisti cessati dall'iscrizione alla nostra Cassa senza aver maturato i requisiti per il diritto alla pensione, che avevano ottenuto il rimborso dei contributi versati. In questi casi – aggiunge Anedda – non può scattare l'accertamento».
Ciò che le Casse devono ora decidere è se ridurre fino al 50% il contributo soggettivo dovuto dai professionisti in pensione che continuano a lavorare, come concesso dal Dl 98/2011. «Su questo punto – aggiunge Anedda – dobbiamo ancora decidere in sede di assemblea».
Nel caso dei periti industriali, poi, il patto con l'Inps dovrebbe chiudere definitivamente una stagione di controversie finite più volte in tribunale: per i periti industriali over 65 iscritti all'Eppi, infatti, i contributi previdenziali erano facoltativi. Sia il tribunale di Aosta che quello di Padova (si veda Il Sole 24 Ore del 24 maggio) hanno stabilito che l'Inps non aveva titolo a richiedere a questi professionisti l'iscrizione obbligatoria alla gestione separata e a imporre loro pagamenti su contributi arretrati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA